Domande
1. Cosa si intende col termine biomassa?
2. Che tipo di energia producono le piante?
3. Quali sono le applicazioni della biomassa?
4. Quanta biomassa è usata a scopo energetico?
5. Cosa sono le colture energetiche?
6. Quale è la composizione chimica della
biomassa?
7. La biomassa può essere considerata una
fonte energetica rinnovabile?
8. Quali sono i migliori combustibili da
biomassa nella produzione di energia elettrica?
9. Qual è il potere calorifico del legno?
10. Cosa si intende con i termini "pellets" e "cippato"?
11. Cosa è il
biodiesel?
12. Dove posso utilizzarlo?
13. Quali modifiche devo
fare?
14. Perchè non
posso usare direttamente gli oli vegetali?
15. Dove è utilizzato
attualmente?
16. Quali sono i vantaggi
ambientali dell'utilizzo del biodiesel?
17. Ci sono vantaggi
tecnici nell'utilizzo?
18. Sono stati fatti
studi di ciclo di vita del biodiesel?
19. Quale è il
grado di sicurezza del biodiesel?
20. Il
biodiesel può essere uno strumento di riduzione dei gas
serra?
21. Perchè usare
il biodiesel in autotrazione piuttosto che passare all'alimentazione
a gas?
Risposte
1. Cosa si intende col termine biomassa?
Per biomassa si intende tutto ciò che ha matrice organica, con esclusione delle
materie plastiche e fossili. Le tipologie più importanti di biomassa sono i
residui forestali, gli scarti dell'industria e di trasformazione del legno,
gli scarti delle aziende zootecniche, gli scarti mercatali e i rifiuti solidi
urbani.
2. Che tipo di energia producono le piante?
Durante la fotosintesi le piante trasformano l'anidride carbonica
presente nell'atmosfera e l'acqua e le sostanze nutritive presenti
nel terreno, in carboidrati,
che costituiscono i componenti elementari della biomassa. L'energia solare
che origina dalla fotosintesi è immagazzinata nei legami chimici dei componenti
strutturali della biomassa. Una efficiente combustione della biomassa determina
l'estrazione dell'energia immagazzinata nei legami chimici e l'ossigeno atmosferico,
combinandosi col carbonio presente nelle piante, produce come prodotti di combustione
acqua e anidride carbonica.
3. Quali sono le applicazioni della biomassa?
La biomassa ha tre applicazioni principali: biopower (produzione di energia
elettrica e termica da biomassa), biofuels (produzione di combustibili da biomassa),
bioproducts (produzione di composti chimici da biomassa).
4. Quanta biomassa è usata a scopo
energetico?
La biomassa rappresenta la quarta fonte energetica su scala mondiale
dopo il carbone, il petrolio e il gas naturale. Essa viene usata
per il riscaldamento
(domestico ed industriale), per cucinare (soprattutto nei paesi in via di sviluppo),
per autotrazione (combustibili come il biodiesel e bioetanolo), e per la produzione
di energia elettrica. Si stima una potenza installata a livello mondiale di
circa 35.000 MW in impianti a biomassa, di cui circa 7.000 MW nei soli USA.
La maggior parte di questi impianti è destinata alla lavorazione della carta
e della pasta di legno.
5. Cosa sono le colture energetiche?
Le colture energetiche sono colture destinate a scopi energetici come produzione
di energia elettrica o di biocombustibili, utilizzando tutta o una parte della
pianta. Il salice, l'eucalipto, il colza, la soia e il girasole, sono alcuni
esempi di colture energetiche.
6. Quale è la composizione chimica
della biomassa?
Nonostante il rapporto effettivo dei composti vari da specie a specie,
la biomassa è costituita
in media per il 75% da carboidrati o zuccheri e per il 25% da lignina.
7. La biomassa può essere considerata
una fonte energetica rinnovabile?
Una fonte energetica è rinnovabile se si riproduce continuamente o in tempi
brevi. Infatti il petrolio pur avendo la stessa origine organica, non è annoverata
tra le fonti rinnovabili, a causa dei lunghi periodi necessari alla sua rigenerazione.
La biomassa invece è coltivata e raccolta in modo continuo e ha dei tempi di
riproduzione molto brevi.
8. Quali sono i migliori combustibili da
biomassa nella produzione di energia elettrica?
Il legno è il combustibile più ampiamente utilizzato, perché gli impianti alimentati
a legna sono stati a lungo utilizzati e la loro tecnologia è ben nota. Inoltre
i residui legnosi rappresentano una fonte di approvvigionamento molto abbondante,
in quanto disponibili sia da scarti industriali, che da residui colturali.
9. Qual è il potere calorifico
del legno?
Il valore energetico del legno, espresso come potere calorifico inferiore,
dipende molto dall'umidità presente nel legno. Infatti vale 2 KWh/Kg se l'umidità relativa è del
50%, mentre aumenta a 4,3 KWh/Kg. Inoltre il potere calorifico del legno, a
parità di umidità relativa, non cambia sensibilmente in funzione della specie
vegetale.
10. Cosa si intende con i termini "pellets" e "cippato"?
Il "cippato" è il legno sminuzzato mediante macchine cippatrici, di dimensioni
variabili, impiegato per alimentare caldaie a caricamento automatico con potenze
da 80 KW fino ad alcuni MW. La sua umidità varia dal 30 al 50%. Il "pellet" è prodotto
dalla pressatura e trafilatura degli scarti dell'industria del legno, è impiegato
soprattutto in caldaie piccole a caricamento automatico, con potenze fino a
30 KW. La forma tipica del pellet è cilindrica o sferica, e la sua umidità varia
dal 5 al 10%: pertanto questo basso valore di umidità pone il pellet come combustibile
con il più alto potere calorifico (4000 Kcal/Kg contro le 2400 Kcal/Kg del
cippato).
11.
Cosa è il biodiesel?
Il biodiesel è un combustibile ecologico e pulito derivante dagli oli vegetali
quali soia, girasole e colza, la sua caratteristica è di avere proprietà chimico
fisiche simili a quelle del gasolio di cui è un sostituto, sia in forma pura
che in miscela con il gasolio stesso.
12. Dove posso utilizzarlo?
In forma pura può sostituire il gasolio nel riscaldamento, oppure in miscela
in autotrazione nei motori diesel.
13. Quali modifiche
devo fare?
Per il riscaldamento è sufficiente sostituire eventuali materiali non compatibili
(guarnizioni, tubi elastomerici di adduzione, ecc) e ritarare la quantità d'aria
comburente.
Per la trazione, l'utilizzo di miscele sino al trenta percento con gasolio, non
necessita di alcuna modifica o taratura al motore e può essere utilizzato subito.
14. Perchè non posso
usare direttamente gli oli vegetali?
Gli oli vegetali non possiedono le caratteristiche chimico fisiche idonee
alla combustione ed all'uso trazione (ad. esempio una viscosità troppo elevata);
una volta modificati facendoli reagire con metanolo, diventano il sostituto ottimale
del gasolio.
15. Dove è utilizzato
attualmente?
In Italia il biodiesel ha avuto uno sviluppo nel mercato del riscaldamento,
mentre in Francia le miscele hanno avuto una forte diffusione nel campo autotrazione,
con la costituzione di un network, che dal 1992 ad oggi ha fatto girare più di
4.000 veicoli (Bus e mezzi leggeri) e percorso 200.000.000 di chilometri. In
Germania il biodiesel è venduto puro in rete stradale.
Attualmente in Italia da circa 6 mesi Novaol si sta concentrando sul mercato
della trazione, dove ha chiuso contratti per circa 4000 tonnellate di miscela,
direttamente o tramite i propri distributori.
16. Quali sono i vantaggi
ambientali dell'utilizzo del biodiesel?
Il biodiesel è un'energia rinnovabile, che non contiene zolfo, composti
aromatici e contribuisce alla riduzione del particolato emesso, anche grazie
alla presenza di ossigeno nella sua molecola. L'uso del biodiesel diminuisce
drasticamente gli idrocarburi incombusti ed il tenore degli idrocarburi policiclici
aromatici; la tipologia qualitativa del particolato è notevolmente diversa
rispetto a quella derivante da gasolio convenzionale, accentuando la frazione
solubile sulla quale ha maggiore effetto la marmitta catalitica.
17. Ci sono vantaggi
tecnici nell'utilizzo?
Si, nel riscaldamento la fiamma più pulita evita la formazione di incrostazioni
sulle superfici lambite dalla fiamma, mantenendo gli scambiatori più puliti
ed assicurando un migliore scambio termico. Nell'autotrazione i moderni gasoli
desolforati non presentano le corrette caratteristiche di lubrificazione, importante
per la pompa e gli iniettori. Per ripristinare un valore di lubricity adeguato
si possono aggiungere additivi chimici oppure il biodiesel che, già con un
5% fa rientrare in specifica un gasolio desolforato.
18. Sono stati fatti
studi di ciclo di vita del biodiesel?
Enti autorevoli quali il Comitato termotecnico italiano, il Ministero dell'Agricoltura
e società come l'Ecobilan, hanno valutato quantitativamente il ciclo energetico
e degli inquinanti, relativi all'intera filiera del gasolio e del biodiesel,
arrivando in tutti i casi a risultati positivi, sia dal punto di vista energetico
che da quello dell'anidride carbonica.
19. Quale è il grado
di sicurezza del biodiesel?
Il biodiesel rispetto al gasolio fossile, ha un punto di infiammabilità superiore
che ne rendono lo stoccaggio più sicuro; se disperso accidentalmente nella
ambiente si degrada del 98% in 28 giorni rispetto al 40% del gasolio.
Non contiene aromatici ne idrocarburi policiclici aromatici e le sue emissioni
sono meno dannose.
20. Il biodiesel può essere
uno strumento di riduzione dei gas serra?
Il Biodiesel è un'energia rinnovabile, derivante dalle piante di soia,
girasole e colza, e come tale durante il ciclo di crescita della pianta l'anidride
carbonica emessa durante l'uso viene riutilizzata completamente. Questo risparmio
non è dovuto ad una minore emissione di CO2 allo scarico, ma al fatto che il
ciclo del biodiesel è chiuso grazie alla crescita delle piante che lo originano.
Il Biodiesel è uno degli strumenti indicati dalla delibera CIPE del Novembre
1998 pubblicata sulla G.U. n° 33 del 10 Febbraio 1999, indicante le "linee
guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei
gas serra" che incentiva progetti di politica ambientale di Enti Pubblici ed
in particolare l'utilizzo di biodiesel per gli autoveicoli destinati al trasporto
pubblico.
21. Perchè usare il
biodiesel in autotrazione piuttosto che passare all'alimentazione
a gas?
Il Biodiesel non vuole essere una alternativa all'alimentazione a gas,
GPL o Metano, ma una soluzione rapida ed economica che si può applicare in
breve tempo. La gestione di una flotta a biodiesel non comporta costi aggiuntivi
di manutenzione, non costringe a differenziare il parco macchine secondo due
criteri di gestione (diesel e gas) in quanto una parte dei mezzi continueranno
a circolare a gasolio. Non necessita di stoccaggi o sistemi di rifornimento
particolari. E' quindi la soluzione ottimale da adottare in una progettualità che
preveda soluzioni sul breve periodo, inserite magari in un contesto di più lungo
termine.